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OMICIDIO COLPOSO STRADALE: QUANDO SUSSITE IL REATO?

In caso di omicidio colposo stradale, il guidatore è sempre responsabile? La Corte di Cassazione ha stabilito quando, in caso di omicidio colposo stradale, l’imputato deve essere ritenuto colpevole e quando, invece, il suo comportamento va considerato esente da qualsiasi tipo di responsabilità penale. Più in particolare, l’omicidio colposo stradale è un reato che prevede la morte di una persona verificatasi per un’azione di un utente della strada che ha tenuto  un comportamento imprudente, negligente o dovuto ad imperizia. È molto chiaro, quindi, che l’azione colposa incriminata è posta in essere senza l’intenzione da parte del soggetto di porre in essere alcun reato che, invece, deriva,  appunto, dalla imprudenza, dalla negligenza o dalla imperizia di chi commette l’azione delittuosa. La Corte di Cassazione, con la recente sentenza 121 del 2020, ci spiega che quando guidiamo siamo soggetti al codice della strada ed, in generale, siamo tenuti ad una guida prudente ed attenta nei confronti degli altri utenti della strada. Chi si pone alla guida di un veicolo, infatti, deve regolare la propria condotta in modo che la stessa non costituisca pericolo per la sicurezza altrui, a meno che le situazioni di pericolo non risultino del tutto imprevedibili. Nell’ambito della circolazione stradale, inoltre, bisogna tener conto degli elementi di spazio e di tempo nonché valutare se il conducente del veicolo abbia avuto qualche possibilità di evitare il sinistro. La prevedibilità e la evitabilità dell’omicidio colposo vanno valutate in concreto da parte del Giudice. La disciplina del Codice della Strada, infatti, contiene norme che estendono l’obbligo di attenzione e di prudenza sino a comprendere il dovere di prevedere le condotte irregolari altrui e tale obbligo, sempre secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, trova il suo limite naturale solo nella ragionevole prevedibilità degli eventi, oltre il quale non è consentito parlare di colpa.

Tutto ciò significa che poter vedere affermata la responsabilità penale del presunto autore di un omicidio stradale è tutt’altro che semplice e scontato,  come potrebbe superficialmente sembrare, anzi; va precisato, infatti, che spesso,  salvo situazioni conclamate, tale risultato è conseguenza di aspre e complesse  “battaglie” processuali. Ciò in quanto non sempre la dinamica di un sinistro è lineare, né è sempre è detto che la morte della vittima sia stata causata dal sinistro; oltretutto, la casistica più diffusa induce spesso il difensore dell’imputato ad invocare, laddove non vi siano altre possibilità per mitigare la responsabilità del proprio assistito, il cd “concorso di colpa” tra l’autore del reato e la povera vittima. Come già ricordato, tutte le circostanze appena evidenziate dovranno essere valutate in concreto dal Giudice e per far sì che ciò avvenga è necessario portarle alla sua attenzione nel corso del  giudizio attraverso una meticolosa attività probatoria di cui è onerato anche il difensore della persona offesa dal reato e che , nella maggior parte dei casi, determina la necessità di avvalersi della collaborazione di consulenti medico legali e tecnici altamente qualificati che contribuiscono in modo decisivo, mediante un approccio scientifico all’evento, al formarsi della prova.

Lo studio legale Iorio Menzione, in relazione a questo fondamentale aspetto, è solito analizzare tutti  i casi di omicidio stradale sottoposti alla sua attenzione richiedendo, sin dalle fasi preliminari, pareri e relazioni ai propri consulenti di fiducia in modo da poter predisporre la migliore linea difensiva da sostenere in giudizio nell’interesse dei propri assistiti.

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